I BORGHI TOSCANI - Piombino

07/06/2018 Circolare N.18065 del 07/06/2018

I BORGHI DELLA TOSCANA 7° APPUNTAMENTO DEI 10 PREVISTI

PIOMBINO

MERCOLEDÌ 19 SETTEMBRE 2018

“Porta per l’Elba e sentinella del medio Tirreno, Piombino ha la sua ragione d’essere nell’ubicazione strategica e lo testimonia con la grandiosa macchina difensiva a cui mise mano anche Leonardo”

Appuntamento dei partecipanti alle ore 7.50 alla sede del Caricentro-Il Circolo, Via Generale dalla Chiesa, sistemazione in pullman G.T. e partenza alle ore 8.00.

LA FORMA E LA STORIA

La prima menzione di Piombino e del 1115: un “castello dotato di torri e case” a munizione di un approdo riparato. Alla fine del XII secolo la Repubblica di Pisa acquista il borgo e lo cinge con una cerchia muraria che è in pratica quella visibile oggi.

Nel 1399, quando la potenza pisana è ormai un ricordo, Gherardo d’Appiano ne vende i territori ai Visconti tenendo per sé Piombino come capitale di un minuscolo Stato che comprende anche Populonia e l’Elba. Sono gli Appiani, nel XV secolo, a erigere i monumenti più significativi: la cittadella, il torrione, palazzi, ospedali. Nel XVI secolo, sotto i Medici, il poderoso apparato difensivo viene ulteriormente potenziato; ma ciò non impedisce alla città di cadere via via in mano francese (1646), spagnola (1650), austriaca (1717), napoleonica (1805): sotto Elisa Bonaparte Baciocchi, la Cittadella – detta la “Baciocca” – s’ingrandisce e si orna di giardini; per Piombino inizia una fioritura che continuerà, con i Lorena, anche dopo il 1815. Nel 1897 viene aperto il primo altoforno e fino agli anni Ottanta del Novecento Piombino prospererà sulla siderurgia, dilatandosi in uno sviluppo tumultuoso, ma il centro storico, nitidamente isolato dalle mura, ne resta felicemente a margine.

LA VISITA

Punto di partenza ufficiale è piazza Verdi, dominata dalla cortina circolare del Rivellino a difesa del torrione, l’antica porta a terra della città. Si prende via Leonardo da Vinci per sbirciare, tra i condomini moderni, larghi tratti superstiti delle mura pisane, e si arriva alla Cittadella, dove il bastione dall’alta scarpa, difeso da 3 torri semicircolari, è parte delle fortificazioni progettate nel 1502 e 1504 da Leonardo da vinci. Cuore della Cittadella è la piazzetta su cui danno il Palazzo Nuovo, eretto nel 1807 per Elisa Bonaparte Baciocchi (ora sede del Museo Archeologico), il candido oratorio della Madonna di Cittadella, costruito nel 1465-1470 da Andrea Guardi, e la coeva cisterna per l’acqua piovana, anch’essa in marmo di Carrara. Si scende quindi in piazza Manzoni, dove tra gli edifici si mimetizza la spoglia facciata (XIII sec.) della Chiesa della Misericordia. Si costeggia il porticciolo ottocentesco per scendere infine alla straordinaria piazza Bovio, allungata nel tirreno come una terrazza: dal suo faro sembra di poter toccare la massa scura dell’Elba, e nei giorni tersi lo sguardo spazia su tutto l’Arcipelago Toscano. Dalla piazza si risale corso Vittorio Emanuele II fino a via Ferruccio, che in pochi metri offre il medioevo finto del Palazzo Comunale (rifacimento neogotico del quattrocentesco palazzo dei Priori, oggi Municipio) e il medioevo vero della casa delle Bifore, restauratissima casa-torre trecentesca. Il vicolo di fronte conduce alla concattedrale di Sant’Antimo, severa nella sua facciata in laterizi adorna solo di un oculo e di archetti intrecciati. Poi si può tornare verso la passeggiata a mare di viale del Popolo, che segue una costa scoscesa lussureggiante di pini, agavi, fichi d’India, fino ai bastioni dell’immensa fortezza, ossia il cassero quattrocentesco ingrandito nel XVI secolo da cosimo I. sulla sommità delle muraglie verdeggiano altre agavi, pitosfori, tamerici; ai loro piedi, in scampoli di verde a loro riservati, si aggirano o sonnecchiano al sole decine di gatti: sono i fortunati ospiti delle colonie feline tutelate dal Comune.

È curioso come il ferro, la risorsa che fece grande Populonia, sia stato anche la causa della sua riscoperta, avvenuta ai primi del Novecento, quando le società minerarie misero mano alla montagna di scorie (2,5 milioni di tonnellate) che coprivano le campagne di Baratti, ancora ricche di metallo per via dell’imperfetta tecnica siderurgica etrusca. Scavando, ritrovarono un’intera necropoli del VII-VI secolo a.C. Oggi l’area (80 ettari) costituisce il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, meta straordinaria per l’importanza delle sepolture ma anche per la bellezza della cornice naturale in cui sono calate: il golfo di Baratti anzitutto, e poi la macchia mediterranea che tappezza la collina fino a Populonia alta e alla sua rocca. Ottimamente organizzato, il parco offre tre percorsi: la necropoli di San Cerbone, con le spettacolari tombe a tumulo, la Via del ferro e la Via delle cave, con le spettacolari tombe ipogee ricavate in cave dismesse. Le si scopre ogni volta di sorpresa, seguendo le giravolte del sentiero, e le loro buie bocche aperte nel rigoglio della lecceta trasmettono come poche altre cose il senso della morte e della tenebrosa fede oltremondana degli etruschi.

I VALORI DEL BORGO

- Costruito nel 1212, il Torrione venne sopraelevato nel XV secolo. Il Rivellino, del 1447, è fatto della pietra tufacea delle cave etrusche di Polulonia;

- Il Museo archeologico del territorio di Populonia conserva 2000 pezzi dalla preistoria all’età romana, preziosi corredi funebri etruschi e reperti famosi, tra cui l’anfora di Baratti, d’argento;

- Fondata nel XIII secolo, la chiesa della Misericordia ha facciata a capanna e austero interno ad aula coperto a capriate. Il decorativo campanile è del 1598;

- La concattedrale di Sant’Antimo, del 1377, fu disegnata da Pietro del Grillo. Ha facciata a capanna e disadorno interno ad aula, con bell’abside a vele gotiche.

I PIACERI DEL BORGO

- Chi cerca agriturismi, li trova nella frazione Riotorto: blasonati come la Tenuta di Vignale (loc. Vignale 5), in realtà strepitosa villa settecentesca affacciata sull’Aurelia, o ruspanti come il Podere Santa Giulia (loc. S. Giulia 1), due casali arredati con gusto tra i campi e gli ulivi dell’azienda agricola;

- Non esiste menù perché tutto dipende dal pescato di giornata. Al Garibaldi Innamorato (via Garibaldi 5) il pesce è re, dal baccalà alla livornese alla frittura di schioppetti, dai tagliolini con acciughe al tonno “ubriaco”. Un godimento, e per di più non caro;

- Il Lucumone (via S. Giovanni di Sotto 14 – Populonia), oltre alla cucina di mare, propone fantasiose ricette legate alla tradizione della costa etrusca;

- All’Enoteca di via Mozza (via Mozza 6), vini da tutta la Toscana e tre soli piatti ogni giorno diversi, dal pesce in estate alla cacciagione d’inverno;

- I primi due sabati di luglio sfila per le vie il corteo del Palio di Sant’Anastasia, tradizione nata nel 1471: costumi cinquecenteschi, processione religiosa e gara degli arcieri.

Il pagamento del pranzo presso il ristorante “Cala Moresca”, sarà fatto in loco - € 25,00

Antipasti Cozze alla marinara

Primo Lasagne di mare - Penne al sugo di cernia

Secondo Fritto misto

Contorno Patate fritte

Acqua – vino della casa (una bottiglia ogni 4 persone) - caffè

Quota di partecipazione - NUMERO MIN. PARTECIPANTI 25

il prezzo comprende: pullman – visita con guida del borgo,

Soci € 25,00

Altri partecipanti € 30,00

Pranzo in ristorante – facoltativo da pagarsi in loco € 25,00

Gli interessati dovranno ritornare alla Segreteria (per posta Via Generale Dalla Chiesa 13 - fax 055/691260 – e-mail catia@caricentro.it) l’unito tagliando, ENTRO E NON OLTRE 10 SETTEMBRE P.V. allegando l’autorizzazione all’addebito sul proprio c/c per il saldo.

Si fa presente che le prenotazioni potranno essere chiuse anticipatamente causa eventuale esaurimento dei posti. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria del Caricentro (055/6503961).

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Giovedì 25 ottobre Fosdinovo (MS)

Sabato 10 novembre Scarperia (FI)

Martedì 11 dicembre San Miniato (PI)

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